Il cervello a riposo ottimizza le proprie prestazioni future e nel sonno si rigenera
Roma, giugno 2021. Quando siamo a riposo, ossia nel sonno o in assenza di compiti particolari, il nostro cervello produce attività spontanea che somiglia a quella registrata durante il comportamento attivo, in questo stato, dunque in assenza di un preciso compito da svolgere e di forti stimoli esterni, l’attività spontanea potrebbe servire ad ottimizzarne le capacità di apprendimento e le prestazioni future del cervello. Lo afferma un comunicato del CNR sullo studio “The secret life of predictive brains: what’s spontaneous activity for” svolto da un gruppo di ricercatori italiani appena pubblicato su Trends in Cognitive Sciences.
Secondo un altro studio realizzato in passato da Università negli Stati Uniti e in Olanda, il Sonno svolge anche importanti funzioni di pulizia del cervello da sostanze tossiche. Dormire è quindi il periodo nel quale il cervello si pulisce e si rigenera. Durante il sonno il cervello attiva un processo di auto pulizia per eliminare attraverso la circolazione del liquido cerebrospinale, elementi tossici che si formano durante la veglia e il lavoro cerebrale, tra queste anche le proteine amiloidi che sono tossine responsabili della malattia di Alzheimer. Durante il sonno il cervello realizza anche un’altra funzione, quella di selezione e alleggerimento delle informazioni raccolte e memorizzate durante la veglia, ed elimina dalla memoria le informazioni meno importanti. A questi meccanismi di pulizia metabolica e di riordino, è legato l’effetto rigeneratore del sonno che ci fa svegliare al mattino con nuova energia cerebrale se il sonno è stato veramente ristoratore.
Nel nuovo studio italiano si ipotizza che il cervello a riposo, in assenza di particolari compiti da svolgere, funzioni come una classe di algoritmi computazionali chiamati ‘modelli generativi’. I ricercatori, sintetizzando i risultati di molti esperimenti comportamentali, neurofisiologici, e di neuroimmagini, ritengono che il cervello si comporti in maniera simile ad una particolare classe di algoritmi computazionali e che potrebbe riflettere il funzionamento di un “modello generativo”. I modelli generativi sono molto usati in Intelligenza Artificiale per la loro capacità di generare spontaneamente, in un senso allegorico ‘immaginare’, degli stimoli come immagini o video simili a quelli che hanno appreso. Quando sogniamo l’attività spontanea genera impressioni, emozioni, comportamenti, e perfino giudizi morali che sono indistinguibili da quelli che eseguiamo da svegli. Questa attività spontanea richiede molta energia, infatti il cervello è l’organo del corpo che in assoluto consuma più energia, circa il 20-25% del budget metabolico totale contro solo il 2% della massa corporea.
Lo studio, pubblicato su Trends in Cognitive Sciences, è a firma di Giovanni Pezzulo dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma, di Marco Zorzi del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e Irccs Ospedale San Camillo Venezia, e di Maurizio Corbetta del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova, Padova Neuroscience Center (PNC) e Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM).
È utile ricordare che il cervello è un organo come tutti gli altri, se sovraccaricato può perdere vivacità ed efficienza. Per mantenerlo attivo si deve anche fare esercizio proprio come si fa andando in palestra a fare ginnastica. Con la ginnastica i nostri muscoli si mantengono tonici e funzionano meglio, non tornano ad essere quelli dei vent’anni ma si allontanano l’invecchiamento e il rischio di ammalarsi. La stessa cosa accade per il cervello, che, come tutti gli altri organi, ha bisogno di controlli e prevenzione, come siamo abituati a fare andando dal cardiologo, dall’oculista o dall’ortopedico, ma mai o quasi mai facciamo un controllo dello stato cognitivo. Fare controlli sul cervello (un test neuropsicologico dura solo 30 – 40 minuti) è fondamentale per individuare e prevenire malattie neurodegenerative che per lunghi anni (15 – 20) lavorano al buio, senza dare sintomi e distruggono progressivamente e irrimediabilmente il corredo neuronale e quando ci si accorge della malattia con l’arrivo dei sintomi e troppo tardi per intervenire. Una buona forma di prevenzione sul cervello è facilmente realizzabile da tutti anche con corretti stili di vita: alimentazione equilibrata, poco alcol, niente fumo, fare attività fisica quotidiana, intrattenere rapporti sociali, tenere sotto controllo l’ipertensione, curare il sonno specialmente nel periodo della vacanza che può dare un importante ristoro.
Per iniziare a fare prevenzione non è mai troppo presto e non è mai troppo tardi. Tutti noi con la prevenzione abbiamo in mano il telecomando della nostra futura salute.
Il Ministero della Salute e la Commissione Europea suggeriscono a tutti di fare controlli di prevenzione dello stato cognitivo dopo i 50 anni.